Lettera all'imprenditore n°33 del

18 Ottobre 2017

La riapertura del mercato russo: una grande opportunità per le imprese

La Federazione Russa da sempre affascina gli italiani grazie alla sua cultura, alla storia, alle tradizioni, e rappresenta da sempre un rilevante partner economico per il nostro paese.

L’Italia è diventata il secondo partner commerciale europeo della Russia dopo la Germania. Sono molte, infatti, le aziende italiane che intraprendono relazioni commerciali con imprese russe.

La Russia sta andando verso una maggiore modernizzazione e diversificazione dell’economia, e questo apre opportunità strategiche per le aziende interessate ad entrare in questo paese. Il mercato russo non è più considerato solo come sbocco per i prodotti finiti, ma anche come base per la produzione di beni per i mercati euroasiatici.

 

Il mercato russo si riapre!

Dopo la chiusura del mercato a seguito di manovre economico-politiche attuate dai governi negli anni passati, la Russia sta via via riaprendo le porte alle imprese straniere. Da parte della Russia c’è ora una grandissima disponibilità ad accogliere investimenti esteri sul proprio territorio, sia commerciali che produttivi.

In cosa consistono le sanzioni internazionali alla Russia?

Da marzo 2014 l’Unione Europea ha dato il via a una serie di misure restrittive nei confronti della Russia. Le sanzioni riguardano esclusivamente limitazioni nelle esportazioni agro-alimentari da parte dei paesi Europei verso la Russia. La Russia alle sanzioni ha reagito chiudendo le frontiere a verdura, formaggi, carne, salumi e pesce, provenienti da Ue, Usa, Canada, Norvegia ed Australia. Tali sanzioni, sono attualmente in vigore.

Ma vediamo adesso le caratteristiche di questo paese e le potenzialità di questo mercato.

Caratteristiche del paese

  • Superficie: 17.098.246 kmq
  • Popolazione: 143.800.000
  • Capitale: Mosca
  • Città principali: San Pietroburgo, Novosibirsk, Ekaterinburg, Nizhniy Novgorod, Kazan, Samara, Omsk, Chelyabinsk, Rostov-na-Donu, Ufa, Krasnodar e Volgograd
  • Moneta: Rublo (RUB) Tasso di cambio 1 Euro = 67,30 RUB
  • Lingua: Russo
  • Religioni principali: Ortodossi (74%), Islamici (7%), Cristiano-Cattolici (1%)
  • PIL procapite: 8.000
  • Popolazione ricca: 14,3 mln

Quadro dell’economia

Nel 2014 l’economia russa ha registrato un tasso di crescita in termini reali pari allo 0,6%, in rallentamento rispetto al 1,3% del 2013. Nel 2015 il PIL russo si è ulteriormente indebolito, perdendo il 3,7%. Questo rallentamento è principalmente legato alle sanzioni applicate nei confronti della Federazione Russa da UE e Stati Uniti. A fine 2016 l’economia russa è tornata a crescere dello 0,3%. Per il primo trimestre di quest’anno la Banca Centrale ipotizza un dato tra +0,4 e +0,7%, confermando così che la crisi 2015/2017 è alle spalle.

Italia-Russia: import-export

Le relazioni economiche e commerciali tra Italia e Russia sono tradizionalmente forti e molto articolate. Numerose aziende italiane hanno aperto propri stabilimenti produttivi nel Paese. Gli investimenti sono stati realizzati sia con società interamente partecipate da aziende italiane, sia sviluppando JV con partner locali. Un numero ben superiore di aziende italiane interagisce con questo mercato a livello di import/export.

Il volume degli scambi commerciali tra Italia e Federazione Russa sconta ancora gli effetti della crisi economico-finanziaria, che ha colpito il Paese nel 2014-2015, e delle sanzioni e controsanzioni. Nel 2016 l’interscambio è stato pari a 17,4 miliardi Euro rispetto agli oltre 21 miliardi di Euro del 2015, con una diminuzione che si è attestata al 23,9%.

Sono state in particolar modo le importazioni italiane a subire un notevole rallentamento (-46%) nell’area dei combustibili (gas).

Nel 2016 hanno invece segnato una ripresa le vendite dei prodotti alimentari (+4,1%) e dell’abbigliamento (+6,2%) mentre sono risultate positive le vendite dei prodotti chimici (+9%), farmaceutici (+3,2%) e degli articoli in gomma e plastica (+12%).

L’Italia è oggi al sesto posto nella classifica mondiale dei principali Paesi esportatori e occupa un’analoga posizione nella lista dei Paesi importatori dalla Russia.

In quali settori converrebbe investire e cosa conviene vendere?

La Federazione guarda con grande interesse a possibili investimenti italiani ed è ben disposta a favorirli attraverso facilitazioni sia a livello federale sia a livello regionale. L’attenzione delle autorità russe è rivolta in particolar modo alle aziende italiane che, forti del riconosciuto know-how e delle capacità tecnologiche elevate, possono favorire la diversificazione dell’economia russa. Oggi i settori che offrono le opportunità più concrete agli investitori stranieri sono:

  • Agroindustria;
  • Meccanica e alte tecnologie;
  • Energia (forniture per l’upstream e il downstream di idrocarburi);
  • Infrastrutture;
  • Settore Sanitario.

 

Nella seguente tabella sono indicati i valori degli scambi tra Italia e Russia per singolo settore:

L’Italia è il secondo partner commerciale europeo della Russia, preceduta solo dalla Germania e le prospettive per il nostro paese sono di ulteriore miglioramento.

Vediamo ora un focus sui principali mercati-opportunità per le aziende italiane:

  • Macchinari e apparecchiature: il mercato russo presenta interessanti opportunità in tutti i settori della meccanica, che richiedono interventi di rinnovamento e di aggiornamento tecnologico per dare seguito ai programmi federali di sviluppo dell’industria manifatturiera nazionale. All’interno del comparto si evidenziano buone prospettive, soprattutto a livello regionale, per le forniture di tecnologia alle industrie della trasformazione alimentare e della lavorazione del legno (arredi e complementi per l’edilizia); si conferma inoltre la vitalità dei settori metalmeccanico, petrolchimico e nella produzione di articoli e materiali in plastica e gomma.
  • Mobili: nel 2016 l’Italia ha esportato verso la Federazione Russa 400 milioni di euro in mobili. La domanda russa di mobili e altri articoli d’arredamento, accompagnata dalla crescita dell’edilizia e dall’incremento dei redditi reali di fasce via via più ampie della popolazione, si rivolge prevalentemente all’estero; l’industria locale, pur in crescita, non riesce infatti a soddisfare per quantità e qualità le richieste del mercato, limitandosi in molti casi alla produzione di articoli finiti con l’utilizzo di semilavorati e componenti d’importazione. In questo scenario, l’Italia si colloca al secondo posto tra i Paesi fornitori (tra Cina e Germania). Gli spazi di maggior interesse per il prodotto italiano rimangono concentrati nel segmento superiore di mercato, mentre la Cina rappresenta sempre un competitor importante nella fascia media e, sempre di più, medio-alta di prodotto.
  • Prodotti alimentari: Il mercato russo dei prodotti eno-agroalimentari è stato negli ultimi anni particolarmente dinamico. La quota dell’Italia è attualmente inferiore alla nostra capacità di offerta: l’agroalimentare rappresenta infatti a metà 2016 circa il 9,4% delle nostre esportazioni in Russia. Il settore alimentare russo ha visto nel 2016 un import dall’Italia di bevande e cibo italiano stimato nel valore di 480 milioni di euro. Diverse piccole imprese nostrane nel settore dei vini, della pasta, dei condimenti e della pasticceria secca, continuano a sviluppare proficue relazioni economiche con la Federazione Russa. La produzione italiana, benché apprezzata dal consumatore medio russo nonostante un rincaro dei prezzi (dazi doganali +12,5% ad valorem), risente delle difficoltà di accesso al mercato rappresentate dalle complesse procedure e dalle frequenti modifiche alle normative. Ciò può essere facilmente ovviato sfruttando i grandi importatori e distributori locali. I principali canali di distribuzione dei prodotti alimentari sono le grandi catene al dettaglio che operano nei centri urbani, e i cosiddetti ‘produkty’ (negozi di generi alimentari e di prima necessità) diffusi in modo capillare su tutto il territorio russo.
  • Moda: Nel campo della moda, il giro d’affari è stato stimato attorno ai 1.3 miliardi di euro. Nell’abbigliamento l’Italia si posiziona come il secondo esportatore europeo dopo la Francia. Quello russo rimane, dunque, il più importante mercato di sbocco per il settore dell’abbigliamento del nostro Paese fuori dall’Unione Europea: con 788 milioni di euro di esportazioni  l’Italia si è posizionata nel 2015 al secondo posto (dopo la Cina, ma prima di Francia, Turchia e Germania) come fornitore di abbigliamento e accessori moda in Russia. Analizzando i valori di ogni comparto, notiamo per il primo semestre 2016 trend positivi in ciascuno di essi: calzature (+11,6%), cosmetica (+4,8%), abbigliamento (+11,4%), gioielleria-bigiotteria (+50,4%) e pelletteria (+27,4%).
  • Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi: Secondo i dati delle Dogane Russe, nel 2015 l’Italia si è posizionata 16° posto tra gli esportatori in Russia di mezzi di trasporto, con vendite per 209 milioni di Euro (-37,1% rispetto al 2014) e una quota di mercato dell’1,4%.
  • Prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici: lo sviluppo dell’industria farmaceutica rappresenta una delle priorità del Governo russo; la nascita di nuove attività produttive in tutto il territorio russo è una grossa opportunità per tutte quelle aziende che producono semilavorati o prodotti chimici che vengono destinati alla creazione dei farmaci.
  • Cantieristica navale: Altro ambito molto attraente per gli imprenditori esteri è la cantieristica navale. Infatti, le decisioni intraprese a livello federale, in cooperazione con la Holding OSK, perseguono l’obiettivo di aumentare la produzione di navi e imbarcazioni da diporto, permettendo l’importazione di componentistica navale, soprattutto tecnologia e meccanica avanzata, anche dai paesi europei. Si tratta di un settore strategico ad alto tasso di rendimento, testimoniato dall’ingente cifra di 112 miliardi di euro investita in tutto il comparto della nautica dal governo russo.

Le opportunità di un ulteriore sviluppo delle relazioni commerciali e industriali tra Italia e Federazione Russa sono notevoli, alla luce della naturale complementarietà delle nostre economie. È ragionevole pensare che il consolidamento della situazione economica, il ritorno alla crescita del PIL russo, e il relativo aumento dei consumi, abbia un riflesso positivo sul fronte delle esportazioni italiane verso questo mercato.

Vale la pena investire oggi in Russia?

La risposta è sì!

Se è vero che il momento attuale è complesso, è bene però ricordare che da sempre le aziende italiane hanno investito in Russia nei momenti più difficili, conquistando così quote rilevanti su questo mercato. Oggi esiste la concreta possibilità per l’Italia di diventare un importante partner strategico nel processo di industrializzazione della Federazione.

Investire qui può aprire grandi opportunità di crescita, ma occorre farlo con solide basi e con una buona conoscenza del Paese e delle regole scritte e non scritte del business. Rivolgersi a degli esperti che conoscano profondamente questo mercato e che abbiano strette relazioni con gli operatori russi, seguito da un’accurata pianificazione delle azioni da intraprendere, riduce enormemente la possibilità di commettere passi falsi. La Federazione Russa è infatti territorialmente il più grande Paese del mondo, molto articolato al suo interno e profondamente diverso da una Regione all’altra. “Lanciarsi all’avventura”, oggi più che mai, può rivelarsi rischioso e controproducente.

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