Lettera all'imprenditore n°356 del
20 Novembre 2024
Industria 5.0: Cos’è e che impatto ha sulle imprese
“La tecnologia è migliore quando coinvolge le persone.”
(Matt Mullenweg)
Se ne sente spesso parlare, ma cos’è e cosa significa esattamente?
L’espressione “Industria 5.0” rappresenta un’evoluzione del concetto di Industria 4.0, che ha introdotto l’automazione, l’uso di dati, l’Internet delle cose (IoT) e l’intelligenza artificiale (AI) come elementi chiave nella trasformazione dei processi produttivi. Mentre l’Industria 4.0 si concentra sulla digitalizzazione e sull’automazione, l’Industria 5.0 si propone di “riumanizzare” la produzione, mettendo l’uomo al centro del processo tecnologico. L’idea è quella di creare un’armonia tra macchine intelligenti e il contributo umano, con l’obiettivo di una produzione più sostenibile, personalizzata e attenta al benessere delle persone.
Quali sono le caratteristiche principali dell’Industria 5.0?
I principali elementi che caratterizzano l’Industria 5.0 sono:
- Collaborazione uomo-macchina: l’Industria 5.0 promuove la collaborazione tra persone e tecnologie avanzate. Robot collaborativi (o “cobot”) e sistemi di intelligenza artificiale assistono gli esseri umani, migliorando le loro capacità anziché sostituirle;
- Personalizzazione di massa: l’Industria 5.0 punta a soddisfare esigenze specifiche dei consumatori attraverso processi produttivi più flessibili e personalizzati;
- Sostenibilità: un altro aspetto chiave è l’attenzione alla sostenibilità ambientale e sociale. L’Industria 5.0 promuove l’uso efficiente delle risorse, riducendo l’impatto ambientale e creando condizioni di lavoro migliori per le persone;
- Centralità dell’essere umano: l’Industria 5.0 riconosce che l’intelligenza umana, la creatività e la capacità di prendere decisioni complesse sono insostituibili. Le macchine possono assistere e aumentare la produttività umana, ma non sostituire completamente il contributo umano.
Qual è l’mpatto sulle imprese?
Per le imprese, l’Industria 5.0 offre numerosi vantaggi, ma richiede anche cambiamenti organizzativi e tecnologici significativi. Tra i benefici, si possono annoverare una maggiore flessibilità e adattabilità nella produzione, un efficentamento dei processi produttivi, una maggior qualità dei propri prodotti/servizi, un miglioramento della sicurezza per i dipendenti, un incremento della sostenibilità. Tutto questo naturalmente richiede degli investimenti specifici, in particolare per quanto riguarda l’innovazione nei processi produttivi, la responsabilità sociale e ambientale, la formazione dei dipendenti per prepararli a lavorare in un ambiente dove la tecnologia è una componente chiave, lo sviluppo/l’internalizzazione di nuove competenze (come la capacità di gestire e interagire con tecnologie avanzate e robotiche).
Qual è la situazione in Italia?
In Italia, l’Industria 5.0 è ancora in una fase di sviluppo, ma sta cominciando a farsi strada tra le imprese e le istituzioni. Dopo anni di attenzione sull’Industria 4.0, che ha portato molte aziende italiane a investire in automazione, robotica e digitalizzazione, il concetto di Industria 5.0 introduce una nuova prospettiva che vede al centro la collaborazione tra l’uomo e le tecnologie avanzate.
Le imprese italiane, soprattutto quelle manifatturiere e artigianali, vedono nell’Industria 5.0 un’opportunità per preservare e valorizzare le competenze umane, integrandole con le tecnologie. Questo aspetto è cruciale in un paese dove la tradizione e l’eccellenza artigianale sono considerate un valore. La capacità di creare prodotti personalizzati, attraverso l’uso di tecnologie come la stampa 3D, l’intelligenza artificiale e i robot collaborativi, potrebbe permettere all’Italia di competere in modo più efficace sui mercati globali, offrendo soluzioni su misura che combinano innovazione e qualità.
Tuttavia, la transizione verso l’Industria 5.0 richiede investimenti significativi in formazione e infrastrutture. Molte aziende italiane, in particolare le piccole e le medie imprese, potrebbero trovarsi in difficoltà nel sostenere questi costi, soprattutto in un contesto economico che ancora risente delle recenti crisi. Per questo motivo, sono fondamentali le politiche pubbliche di sostegno, come incentivi fiscali e piani di investimento nazionali ed europei, che possono agevolare l’adozione di queste nuove tecnologie. Come per la transizione 4.0, sono/saranno previsti appositi strumenti quali:
- Credito d’imposta per beni strumentali;
- Fondo per la Transizione Industriale;
- Fondi PNRR appositamente stanziati per iniziative di questo tipo;
- “Nuova Sabatini” (incentivo che sostiene le PMI nell’acquisto di macchinari, attrezzature, impianti e tecnologie digitali);
- Fondi strutturali europei;
- Bandi nazionali e regionali.
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