India: crescono le quotazioni delle subsidiary indiane sulla Borsa di Mumbai

“Gran parte del progresso sta nella volontà di progredire”

Seneca

La capacità di un Paese di attrarre investimenti diretti esteri, passa imprescindibilmente dalla predisposizione di un terreno fertile, fatto di riforme e semplificazione, per l’ingresso e l’espansione nel mercato locale di aziende straniere.

Il lavoro del governo indiano è andato negli ultimi anni proprio in questa direzione, come testimoniato dagli importanti frutti già visibili da tempo. L’India infatti ha raccolto investimenti esteri per 33 miliardi di dollari nei primi sei mesi dell’anno finanziario 2023-2024, e 71 miliardi di dollari nell’anno finanziario 2022-23.

Questa importante crescita di attività e investimenti stranieri nel Paese ha avuto impatti importanti anche sulla Borsa Indiana che nell’ultimo anno ha registrato un vero e proprio boom di quotazioni di aziende straniere (+29% in 12 mesi).

Questi eccezionali risultati del mercato borsistico indiano (quinta potenza economica mondiale) sono soprattutto merito di multinazionali che hanno deciso di quotare le proprie sussidiarie alla borsa indiana per cavalcare l’onda lunga della crescita del Paese.

Secondo i dati raccolti dal London Stock Exchange Group, le società indiane quotate dal 1 gennaio ad oggi hanno raccolto circa 2,3 miliardi di dollari, 12 volte più dell’anno scorso. Sono aumentate le operazioni equity capital market (139%), ma sono soprattutto le IPO ad aver avuto risultati senza precedenti, rendendo la National Stock Exchange (NSE, la principale delle due Borse di Mumbai) la terza piazza al mondo nella classifica delle quotazioni (dopo il Nyse e il Nasdaq).

A conferma di questo trend positivo, sono già 19 le società che hanno ricevuto l’autorizzazione a quotarsi nell’anno fiscale iniziato il 1 aprile. Tra le maggiori aziende, spicca il colosso coreano Hyundai, che in India ha una quota di mercato del 15%. La succursale viene valutata tra i 22 e i 30 miliardi di dollari e nell’anno fiscale appena concluso dovrebbe mettere a bilancio un utile operativo di circa 1,1 miliardi di dollari. La quotazione dovrebbe garantire altri 3 miliardi di dollari, cifra che permetterebbe di battere il record stabilito nel 2022 dall’Ipo della Life Insurance Corporation of India.

Sempre in ambito automotive, degno di nota è anche il caso di Maruti Suzuki, gigante giapponese la cui controllata in India detiene una quota di mercato di oltre il 40% e capitalizza più di 47 miliardi di dollari.

Guardando alle aziende italiane, è possibile citare l’esempio di Fila, quotata all’NSE di Mumbai con la società indiana Doms.

L’India si conferma pertanto un colosso in crescita e dalle grandi opportunità anche per investitori e aziende straniere. Per queste ultime in particolare, lo strumento della quotazione della propria succursale locale sulla Borsa indiana rappresenta sempre più una grande occasione di espansione e sviluppo oltre che di raccolta di capitali di rischio. Lo dimostrano il numero sempre crescente di IPO negli ultimi anni e le loro performance. A tal proposito, un recente studio, prendendo in considerazione i forward price-to-earning ratio a 12 mesi delle succursali indiane di multinazionali straniere, ha evidenziato valori oscillanti tra 2 e 6 volte quello della casa madre.

Benedetti&Co, affianca imprenditori e manager nell’elaborazione di progetti di internazionalizzazione, nella loro implementazione e nella gestione dei rapporti con le partecipate estere. Nel mercato indiano opera in modo stabile da oltre quindici anni, sviluppando progetti su tutto il territorio per aziende italiane ed europee che vogliono approcciare o consolidare la loro presenza in questo mercato. In particolare, siamo in grado di supportare le aziende nel non solo nella fase di set-up societario e sviluppo, ma anche nell’approccio ai mercati dei capitali e nel processo di quotazione.