Il D.lgs. 125/2024 recepisce la Corporate Sustainability Reporting Directive

“Se vogliamo migliorare la qualità dell’ambiente in cui viviamo, l’unico modo è coinvolgere tutti”

Richard Rogers

Il 10 settembre è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il D.lgs. 125/2024 che recepisce la “Corporate Sustainability Reporting Directive – CSRD” (Direttiva 2022/2464), che prevede obblighi di rendicontazione per le aziende in materia di sostenibilità ambientale, sociale e di governance.

La platea delle società e dei gruppi direttamente interessati si amplierà gradualmente tra il 2024 e il 2027. Parallelamente si amplierà anche quella delle aziende indirettamente interessate poiché, i soggetti obbligati, potrebbero chiedere di fornire informazioni in materia di sostenibilità a tutte le aziende facenti parte della propria catena del valore. Tramite la nuova normativa, l’UE mira da un lato a migliorare la comparabilità e l’affidabilità delle informazioni riportate nella reportistica di sostenibilità, dall’altro richiede alle aziende di porre sempre più attenzione non solo ai propri impatti sull’ambiente, ma anche ai rischi e opportunità di sviluppo che potrebbero derivare dall’ambiente e dal contesto sociale di riferimento.

Quali sono i nuovi obblighi? 

La normativa richiede alle imprese obbiligate di includere, in un’apposita sezione della relazione sulla gestione, alcune informazioni specifiche che consentano di comprendere sia l’impatto dell’impresa sulle questioni di sostenibilità, sia come quest’ultime possano influenzare l’andamento dell’impresa.

In particolare, sarà necessario presentare una descrizione:

• Del modello di business e della strategia aziendale che consenta di comprendere:
  • la resilienza dell’impresa in relazione ai rischi e alle opportunità di sostenibilità;
  • la coerenza dei piani finanziari e di investimento con gli obiettivi di sostenibilità;
  • il rapporto con gli stakeholders;
  • le modalità di attuazione della strategia dell’impresa in relazione ai temi ESG;
• Degli obiettivi temporalmente definiti, inclusi:
  • obiettivi quantitativi di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra almeno per il 2030 e il 2050;
  • una descrizione dei progressi realizzati nel conseguimento degli stessi;
  • una dichiarazione che attesti se gli obiettivi dell’impresa relativi ai fattori ambientali siano basati su prove scientifiche conclusive o meno;
• Del ruolo, delle competenze e delle capacità degli organi di amministrazione e controllo in relazione ai temi ESG;
• Delle politiche dell’impresa in relazione alle questioni ESG;
• Dei sistemi di incentivi connessi alle questioni di sostenibilità per i membri degli organi di amministrazione e controllo;
• Delle procedure di dovuta diligenza applicate dall’impresa;
• Dei principali impatti negativi, effettivi o potenziali, legati alle attività dell’impresa e alla catena del valore, nonché le azioni intraprese dall’impresa per prevenire o attenuare impatti negativi o per porvi rimedio;
• Dei principali rischi per l’impresa connessi alle questioni di sostenibilità e delle modalità di gestione di tali rischi;
• Degli indicatori pertinenti alla comunicazione delle informazioni di cui sopra.

Per garantire una maggiore comparabilità delle relazioni, le imprese dovranno, inoltre, redigere il documento secondo gli standard di rendicontazione ESRS (European Sustainability Reporting Standard), sviluppati dall’EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group). La rendicontazione di sostenibilità dovrà infine essere oggetto di una specifica attestazione di conformità, da parte di un revisore legale (o di una società di revisione), che potrà essere anche lo stesso già incaricato della revisione contabile della società.

Benedetti&Co, sempre a fianco delle aziende in ogni fase della loro crescita, anche in questo caso è pronta a supportare le realtà che vorranno o saranno obbligate a redigere il Bilancio di Sostenibilità con un Team specializzato e dedicato a tale attività.