Lettera all'imprenditore n°212 del
14 Luglio 2021
Export italiano: focus settore alimentare
Nel 2020 il volume degli scambi internazionali ha subito contrazione a causa della pandemia: la riduzione a livello mondiale è stata del 7,2% rispetto all’anno precedente e in termini assoluti il volume degli scambi è stato il più basso dal 2016.
La contrazione degli scambi ha colpito fortemente i paesi MENA (-14,9%), l’America Meridionale (-11,5%), l’America Latina (-14%) e
l’Europa (-9%); in particolare l’Italia ha registrato un -9,7% rispetto al 2019.
Nonostante la flessione subita dalle imprese italiane nel contesto di commercio internazionale, vi sono alcuni settori, o comparti di questi, che hanno segnato nel 2020 un saldo positivo in termini di scambi internazionali. Tra questi vi sono il settore farmaceutico (+3,8%), settore strettamente legato alla pandemia, e il settore alimentare (+1,9%).
Quali saranno gli scenari futuri dell’export? E quali i settori trainanti?
Il XVIII rapporto ICE-Prometeia stima che nel 2021 vi sarà una ripartenza degli scambi internazionali e un aumento, in termini di volumi, rispetto al 2020 pari al 7,6%, un ulteriore incremento del 5,3% è atteso per il 2022, consentendo di ritornare ai volumi di scambi pre-pandemia.
Tra i settori che traineranno la ripresa del commercio mondiale nei prossimi anni vi sono quello Automotive e Alimentare per i quali ci si attende rispettivamente una crescita del 16% e del 15% nel periodo 2020-2022. La crescita in tali settori riguarderà sia i paesi maturi che i paesi emergenti.
Quali sono le potenzialità del settore Alimentare per l’export italiano?
Nel 2019 le esportazioni italiane di beni alimentari hanno rappresentato il 6,5% della domanda globale. Tra i maggiori Paesi importatori di beni alimentari vi erano i Paesi Maturi Vicini (10,5%) tra i quali Spagna, Grecia, Lettonia, Slovenia e Slovacchia; fanno seguito i Paesi Emergenti Vicini (10,8%) di Egitto, Algeria, Polonia, Repubblica Ceca e Ucraina.
In termini di opportunità per le imprese italiane legate al settore alimentare, tra le aree in cui ci sarà maggior margine di crescita per il 2020-22 vi sono i paesi Emergenti Lontani (come Vietnam, India, Kazakistan) dai quali ci si attende entro fine 2022 un aumento cumulato della domanda di beni alimentari del 18,6%, e nei quali la quota di export italiana, nel 2019, rappresentava solo il 2,8%.
Quali e quante sono le aziende del settore Alimentare in Italia?
Nel settore alimentare, secondo gli ultimi dati disponibili, operano quasi 55 mila aziende imprese che costituiscono più del 15% delle aziende appratenti al settore manifatturiero (377.698). Le società del settore alimentare e delle bevande sono suddivise in 26 comparti distribuiti su tutto il territorio italiano. In particolare, il 22% (12.029) ha la propria sede legale nelle regioni del Sud e nelle Isole, il 20,3% (11.144) nel Nord Ovest, il 17% (9.374) nel Nord Est e il 16,3% nel Centro.
In termini dimensionali, l’86% delle aziende del settore alimentare sono di piccole dimensioni con un numero di addetti fino ad un massimo di 9 unità; fanno seguito, in termini di numerosità, le aziende con un numero di addetti tra i 10 e i 19 (pari all’8,7% del totale).
A livello di fatturato, invece, l’82% viene generato dalle aziende di medie-grandi dimensioni con addetti che vanno da 20 a più di 250. Queste imprese rappresentano però il 5,65% del totale. Il fatturato generato dal comparto è aumentato del 17% dal 2008.
Guardando l’andamento atteso degli scambi internazionali nei prossimi anni, ci si attende che il settore alimentare sarà uno dei settori che darà maggior supporto alla crescita, trend che conferma l’andamento crescente, in termini di fatturato, del settore alimentare italiano negli ultimi anni.
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