Lettera all'imprenditore n°357 del

27 Novembre 2024

ESG: doppia materialità, cos’è?

“Se vogliamo migliorare la qualità dell’ambiente in cui viviamo, l’unico modo è coinvolgere tutti.”

 Richard Rogers

Negli ultimi anni l’Unione Europea ha intensificato i propri sforzi per guidare la transizione verso un’economia più sostenibile, ponendosi come obiettivo il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050. In questo contesto si inserisce la “Corporate Sustainability Reporting Directive – CSRD” recepita dall’Italia il 10 settembre scorso dal D.lgs. 125/2024 pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Obiettivo della direttiva è il raggiungimento di uno stato di comparabilità delle informazioni sulla sostenibilità, con le informazioni di carattere finanziario.

Il decreto introduce un approccio innovativo alla rendicontazione: il principio di doppia materialità, ovvero le imprese che devono rendicontare le loro performance in termini di sostenibilità sono chiamate a fornire informazioni sia sull’impatto dell’impresa sulle questioni di sostenibilità (rilevanza d’impatto – inside-out), sia del modo in cui quest’ultime influiscono sull’andamento dell’impresa, sui suoi risultati e sulla sua situazione (rilevanza finanziaria – outside-in). Quest’ultimo è l’impatto che il mondo esterno ha sull’azienda. Un esempio può essere: il rischio che il cambiamento climatico determina sull’operato dell’azienda.

Che cosa si intende per rilevanza d’impatto (inside-out)?

In prima battuta si valutano gli impatti che l’azienda ha sull’ambiente e sulla società. Questo approccio richiede alle aziende di riflettere sulle conseguenze delle loro operazioni, sul consumo delle risorse naturali  e sulle condizioni di lavoro dei dipendenti, oltre all’influenza sulla comunità locale. I principi ESRS richiedono che le imprese applichino criteri oggettivi utilizzando soglie sia quantitative che qualitative per valutare la rilevanza degli impatti sia effettivi che potenziali. Tale valutazione deve essere svolta in base alla gravità e, nel caso degli impatti potenziali, sulla base della loro probabilità.

Cosa si intende invece per rilevanza finanziaria (outside-in)?  

In questo secondo approccio l’attenzione è rivolta alla valutazione di fattori esterni, quali ad esempio i cambiamenti climatici, che possano impattare sulla capacità dell’azienda di generare valore economico. Per valutare la rilevanza finanziaria vengono utilizzate soglie quantitative e/o qualitative in base agli effetti finanziari in termini di performance, posizione finanziaria, flussi di cassa e costo del capitale.

Ma come avviene il processo di valutazione?  

Gli standard di sostenibilità non prescrivono un processo specifico o una sequenza di fasi da seguire. L’EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group) ha tuttavia emanato una “Guida all’implementazione della materialità” in cui viene illustrato un esempio di processo di analisi definito in linea con gli standard europei. Il processo si compone di quattro possibili passaggi:

  • Comprensione del contesto: in questo primo step si svolge un’analisi dell’attività dell’impresa, delle sue relazioni e del suo contesto
  • Possono essere inoltre condotte ricerche di benchmark per mettere a confronto, sotto il profilo della sostenibilità, l’azienda con altre operanti nel medesimo settore. Fondamentale è l’identificazione dei portatori di interesse, gli stakeholder, comprendendo i lori punti di vista e le loro opinioni;
  • Redazione elenco di impatti, rischi e opportunità: effettivi o potenziali correlati a questioni di sostenibilità. In questa fase a ciascun impatto, rischio ed opportunità, va associato l’orizzonte temporale; inoltre, deve essere indicato se si tratta di un impatto, un rischio o un’opportunità propria dell’impresa o relativa alla sua catena del valore a monte o a valle. L’obiettivo di questo step è ricondurre tutti gli impatti, i rischi e le opportunità individuate a temi specifici di sostenibilità;
  • Individuazione soglie qualitative e quantitative: una volta individuati gli impatti, i rischi e le opportunità vengono definite delle soglie qualitative e quantitative, coinvolgendo gli stakeholder e le funzioni interne dell’impresa. In particolare:
    • Per gli impatti effettivi negativi, il grado di rilevanza dipende dalla gravità dell’impatto, che a sua volta dipende dall’entità, dalla portata e dalla natura irrimediabile;
    • Per gli impatti effettivi positivi, la rilevanza dipende dall’entità e dalla portata;
    • Per gli impatti potenziali è necessario invece tenere conto della probabilità di accadimento.

Il livello di materialità è determinato facendo riferimento agli effetti in termini di performance, posizione finanziaria, flussi di cassa, accesso e costo del capitale. Identificati gli impatti rilevanti, questi vengono valutati sotto la duplice prospettiva della rilevanza d’impatto e della rilevanza finanziaria.

  • Rendicontazione del processo: in questa ultima fase si evidenziano le interazioni che intercorrono tra gli impatti, i rischi e le opportunità materiali, la strategia di sostenibilità e il modello di business. Vanno inoltre illustrate le modalità con cui l’impresa ha determinato le informazioni rilevanti da fornire nel report di sostenibilità, indicando anche le soglie e i criteri utilizzati.

L’analisi della doppia materialità è un processo articolato che coinvolge numerosi soggetti, sia interni che esterni all’organizzazione. È quindi un importante investimento sia in termini di tempo che di risorse. Questo rappresenta sicuramente una grande sfida, che sarebbe opportuno iniziassero a cogliere anche le PMI non soggette all’obbligo. Sarebbe un’occasione per apportare migliorie non solo in termini di sostenibilità ma anche in termini di risk management, strategia e modelli di business.

Benedetti&Co, sempre a fianco delle aziende in ogni fase della loro crescita, anche in questo caso è pronta a supportare le realtà che vorranno o saranno obbligate a redigere il Bilancio di Sostenibilità con un Team specializzato e dedicato a tale attività.

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