Lettera all'imprenditore n°298 del
12 Luglio 2023
Come l’IA cambierà il modo di fare impresa
“Il vero problema non è se le macchine sappiano pensare, ma se gli uomini lo facciano”
Burrhus Skinner
(psicologo statunitense)
Il 30 novembre 2022 Open IA lancia sul mercato ChatGPT il primo chatbot basato sull’intelligenza artificiale generativa, ovvero in grado di creare contenuti originali partendo da un set di dati, e in soli due mesi raggiunge 100 milioni di utenti diventando il servizio tecnologico più rapido ad arrivare a tale cifra. Da quel giorno, tutti i media, tradizionali e non, hanno iniziato a parlare dell’IA e delle sue future implicazioni sulla nostra vita quotidiana e sul mondo del lavoro. In realtà la storia dell’intelligenza artificiale ha origini molto remote, che fanno riferimento addirittura ad Alan Turing con la creazione dei primi calcolatori e della cosiddetta “macchina di Turing” nel 1936. Infatti siamo circondati da dispositivi basati sull’intelligenza artificiale da molto tempo, si pensi per esempio ai personal assistant, come SIRI o ALEXA.
Il tema delle macchine artificiali è sempre stato molto discusso e in particolare ci sono due correnti di pensiero:
- i tecno-entusiasti, ovvero quelle persone che vedono nell’intelligenza artificiale un incredibile strumento che migliorerà in maniera sostanziale la vita di tutti e che creerà un benessere diffuso;
- i tecno-scettici che vedono nell’intelligenza artificiale una minaccia per l’intera umanità.
Adesso, proviamo a fare un po’ di chiarezza e a capire quali implicazioni potrà avere l’IA in futuro e, in particolare, quale impatto avrà sul mondo del lavoro.
Che cos’è l’Intelligenza Artificiale?
L’intelligenza artificiale è un ramo della disciplina informatica che studia se e in che modo si possano realizzare sistemi informatici intelligenti in grado di simulare la capacità e il comportamento del pensiero umano. Le tipologie di intelligenza artificiale più diffusa sono quelle basate sul machine learning e sul deep learning: la prima utilizza algoritmi per analizzare i dati, apprendere da tali dati e prendere decisioni informate in base a ciò che ha appreso, adattandosi automaticamente ma che necessita ancora di una minima interferenza umana; la seconda è un sottoinsieme del machine learning che utilizza reti neurali artificiali per imitare il processo di apprendimento del cervello umano e prendere decisioni in completa autonomia.
Che impatto avrà l’Intelligenza Artificiale nel mondo del lavoro?
Come per l’avvento di Internet, anche nel caso dell’IA, l’impatto più grande che ci si aspetta è un aumento della produttività. Gli strumenti dotati di intelligenza artificiale infatti potranno sostituire i lavoratori in diverse mansioni, mentre in altre potrà essere uno strumento di supporto al lavoro. Questo fenomeno in Italia da un lato consentirà di attenuare in parte alla carenza di personale, derivante dal progressivo calo demografico, dall’altro accentuerà il problema, già diffuso, della necessità di formazione e riallocazione del personale. L’aspetto che però ha creato più scalpore, è che l’IA non avrà un impatto solamente sui lavori dei cosiddetti “colletti blu”, ma impatterà su tutti i lavori, anche quelli ad alto valore aggiunto. Infatti anche lavori creativi, come per esempio quello dei giornalisti o dei designer dovranno fare i conti con l’avvento di strumenti di intelligenza artificiale: l’IA generativa permette, partendo da una serie di dati, di combinarli creando un prodotto/servizio mai fatto prima. Diventerà quindi sempre più importante aggiornarsi costantemente sull’utilizzo di queste tecnologie ed essere in grado di dialogare con esse.
Quali saranno i settori maggiormente interessati?
Come visto, l’IA potrà avere un impatto su tutte le tipologie di lavoro e, con tempi e intensità diverse, avrà un impatto trasversale su tutti i settori. Al momento, i settori su cui si stanno facendo maggiori passi avanti sono: in ambito sanitario, con diagnosi basate sui dati clinici dei pazienti; nel mondo dell’e-commerce e dei siti web, con chatbot che forniscono assistenza in tempo reale; nel marketing con l’elaborazione di previsioni d’acquisto; nella cybersecurity, con funzioni in grado di rilevare e prevenire anomalie; nell’ IoT (Internet of Things), ovvero i cosiddetti oggetti “intelligenti” alla base delle Smart Home, Smart Factory e Smart City.
Quali sono i principali rischi dell’avvento dell’IA?
I principali rischi sono sicuramente a livello etico: si pensi al fatto che una macchina può essere affetta da bias, ovvero da distorsioni involontarie negli algoritmi introdotte da sviluppatori e utilizzatori. Inoltre c’è un problema di trasparenza in quanto molti degli algoritmi dell’IA sono una black box ovvero algoritmi che danno una soluzione ad un problema ma non è possibile risalire a come si è arrivati a quei risultati. Infine c’è il problema della privacy, in quanto tutti i sistemi di intelligenza artificiale si basano sui big data e quindi c’è il problema di capire chi ha il diritto di immagazzinare quei dati e come e per quanto tempo ha il diritto di utilizzarli.
Si può essere pro o contro l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, ma la cosa certa è che sarà sempre più presente nelle nostre vite e nel nostro modo di lavorare. È dunque importante conoscere questa tecnologia e capire se e in che modo può essere utilizzata all’interno delle imprese, al fine di rimanere al passo con l’innovazione.
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