Lettera all'imprenditore n°222 del
27 Ottobre 2021
Africa: un continente ricco di opportunità
“Sono un grande sostenitore del fatto che in Africa, se sai come operare, esistono opportunità incredibili.”
Nicky Oppenheimer
In un’economia sempre più globalizzata e competitiva, dove le imprese crescono soprattutto attraverso l’internazionalizzazione, ogni nuovo potenziale mercato merita di essere preso in considerazione.
L’Africa, seppur spesso trascurata, è fonte abbondante di opportunità, con un tasso di crescita costante del 4,6% nel periodo 2000-2016 (fonte OCSE). È un continente in continua espansione, con un PIL di 2.500 miliardi di dollari e 1,3 miliardi di abitanti, destinati a raggiungere i 2,5 entro il 2050 (fonte ONU). Il recentissimo African Continental Free Trade Area (AfCFTA) entrato in vigore nel 2021, avvicinerà sempre di più i 54 Paesi africani, rendendo il continente l’area di libero scambio più grande al mondo. In questi anni, i gruppi italiani apripista in Africa sono stati Eni, Webuild (ex Salini Impregilo), Ferrero, Leonardo e Calzedonia. Oltre a questi big, ci sono altre 780 aziende che hanno investito nel continente, avvalendosi anche dei diversi strumenti a sostegno dello sviluppo di progetti di internazionalizzazione. La maggior parte di queste imprese ha realizzato investimenti in settori ad alta incidenza di manodopera, raccogliendo denaro anche attraverso le banche di sviluppo e coinvolgendo ove possibile le comunità locali. Ma come approcciarsi a questo mercato emergente? Per rispondere a questa domanda, può essere utile approfondire brevemente quali sono i settori più promettenti e i Paesi più attrattivi per un’azienda italiana interessata a fare business in Africa.
Tralasciando l’industria dell’estrazione mineraria, i settori più interessanti per le realtà imprenditoriali italiane e con maggior potenziale di crescita sono l’agroalimentare, le energie rinnovabili, le costruzioni e l’healthcare. In Africa oltre il 60% della forza lavoro è impiegata nel settore agroalimentare, ove si riescono a produrre fino a 3 raccolti all’anno per un valore che raggiungerà 1 trilione di dollari nel 2030. Il settore delle energie rinnovabili, principalmente da fotovoltaico, eolico e biomasse, è in continua crescita in diverse parti del continente dove, per motivi di sicurezza, salute e inefficienza o mancanza della rete pubblica, si stanno progressivamente abbandonando le fonti fossili e l’idroelettrico. Il settore delle costruzioni sta vivendo quasi ovunque una fase di crescita significativa, grazie a processi di urbanizzazione e gentrificazione che stanno coinvolgendo moltissime città del continente africano, similmente a quanto accadde in Italia nel boom degli anni ’60 e ’70. Una menzione speciale va, infine, al settore dell’healthcare, in quanto le carenze della sanità pubblica sono supplite da terapia domiciliare e da cliniche private, che stanno proliferando ma hanno ancora ampissimi margini di crescita (1 medico ogni 20.000 abitanti VS 1 ogni 80 in Italia).
Guardando ai Paesi più indicati in cui investire, oltre a quelli del Nordafrica (maggiormente conosciuti), è interessante approfondire l’Africa Subsahariana, sia per invertire la narrazione che vede i suoi Paesi solamente come pericolosi o sottosviluppati, sia perché alcuni di essi rappresentano davvero un contesto attrattivo per le imprese straniere. I più promettenti in tal senso sono Sudafrica, Botswana, Kenya, Ghana e Ruanda.
Sudafrica
Il Sudafrica vanta un PIL di 354 miliardi di dollari con una popolazione di circa 60 milioni di persone. Il Paese, oltre a un’abbondante disponibilità di risorse naturali, possiede infrastrutture ben sviluppate con sistemi finanziari, legali, energetici, di telecomunicazione e di trasporto efficienti e una borsa che è la più grande del Continente e tra le prime 20 al mondo. Il Sudafrica, in sostanza, può esser definito a ragione un Paese stabile, affidabile e in grado di attrarre investimenti esteri. L’agricoltura, l’industria mineraria e quella manifatturiera sono i settori trainanti e i principali motori dell’economia del paese; anche il settore turistico è in crescita grazie ai parchi naturali e a 2.500 km di coste.
Botswana
Paese dell’Africa meridionale che gode di una buona stabilità socio-politica e vanta un significativo trend di crescita grazie principalmente all’industria dell’estrazione dei diamanti. È considerato il Paese meno corrotto del continente e una delle economie più aperte, con politiche fiscali sostenibili e buoni servizi di assistenza per operatori internazionali. Dalla sua indipendenza (1966) ad oggi ha raggiunto la crescita media più alta del mondo (circa 9% annuo). Ha un PIL pro capite annuo di 14.000 dollari (paragonabile a Brasile, Messico o Cina). Sebbene gran parte dell’economia sia basata sulle entrate derivanti dall’estrazione di diamanti e minerali, il Paese ha una buona riserva finanziaria e sta perseguendo una diversificazione della sua economia in favore principalmente del settore manifatturiero.
Kenya
Il Kenya rappresenta una delle economie africane e mondiali maggiormente in crescita. Affacciato sulla costa dell’oceano indiano e situato nel cuore dell’Africa orientale, il Paese si posiziona naturalmente come hub strategico del continente. La sua capitale Nairobi è il centro più grande tra Il Cairo e Johannesburg, e Mombasa, seconda città del Paese, è uno dei principali porti dell’Oceano Indiano. I settori trainanti l’economia locale sono: agricoltura, silvicoltura e pesca; miniere e minerali; manifatturiero; energia; turismo; servizi finanziari. Grazie a una burocrazia non eccessiva, un’economia matura e diversificata e un progressivo miglioramento delle infrastrutture, il Kenya è ad oggi uno dei migliori Paesi africani in cui investire e/o avviare un’attività.
Ghana
Il Ghana è riconosciuto come uno dei migliori Paesi africani in cui fare business. Ha un’economia tra le più diversificate e forti del continente, dopo trent’anni di stabilità e buon governo. La proprietà straniera è normata e tutelata e i prezzi degli immobili sono ancora piuttosto ragionevoli. La capitale, Accra, è una città in rapida crescita e allo stesso tempo una delle più vivibili di tutta l’Africa. L’industria mineraria e quella petrolifera sono in continua espansione, così come il settore agricolo, trainato dalle buone performance dei sub-settori colture, pesca e cacao (secondo produttore mondiale dopo la Costa d’Avorio). È uno dei Paesi più stabili dell’Africa Occidentale e si configura come hub regionale in grado di attirare investimenti esteri.
Ruanda
Dopo il drammatico genocidio del 1994, il Paese si è ripreso ad un ritmo imponente. Negli ultimi due decenni infatti è stato realizzato un importante lavoro di riconciliazione da un lato e di riforme in supporto allo sviluppo economico dall’altro, portando il Ruanda ad essere uno dei Paesi africani più stabili e in cui è più facile investire. La percentuale di persone che vive al di sotto della soglia di povertà è passata dal 57% del 2005 al 45% nel 2010 (valore in continua diminuzione). I principali settori sono l’industria mineraria, la produzione di caffè e tè e il turismo.
Benedetti&Co affianca imprenditori e manager nell’elaborazione di progetti di internazionalizzazione, nella loro implementazione e nella gestione dei rapporti con le partecipate estere. Grazie ad un team completo di esperti, Benedetti&Co è in grado di supportare l’imprenditore non solo nella fase di set-up societario, ma anche nella ricerca di personale, clienti e fornitori sul mercato estero; inoltre si occupa del monitoraggio delle imprese estere, individuando ed implementando il giusto controllo di gestione.
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